Comune di Capaccio Paestum

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CAPACCIO PAESTUM

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Il Foro

IL FORO 

Seguendo dalla fronte del Tempio di Nettuno un sentiero verso nord, si raggiunge l’area del Foro che risale ad un periodo successivo all’insediamento della colonia latina (273 a.C.). Il Foro di Paestum è uno tra i più antichi ed interessanti Fori rettangolari dell’epoca romana. Il piazzale è circondato da un porticato con colonne doriche, mentre gli elementi della trabeazione sono quasi completamente scomparsi. Il Foro aveva intorno una serie di edifici pubblici e numerose botteghe.
Il lato sinistro del Foro inizia con una serie di tabernae, cioè di botteghe alle cui spalle si sviluppa una serie di locali, destinati a terme pubbliche, costruiti ad opera di Marco Tullio Venneiano nella prima metà del III secolo d.C. Nel portico meridionale è stata rinvenuta una statua in bronzo raffigurante il sileno Marsia, simbolo della libertà. Sul lato meridionale del Foro, dopo alcune botteghe e un edificio quadrato nel quale si è riconosciuto il Macellum (mercato di generi alimentari), si trova un edificio rettangolare comunicante col precedente e con ingresso principale sul Foro: la Curia (caratterizzata come tale da un suggestum, cioè tribuna oratoria). Questo edificio, con muri scanditi da semicolonne che inquadrano delle nicchie e i vani di accesso, fu edificato tra il I e il II secolo.

 

 

IL FORO ITALICO 

Al centro del lato lungo settentrionale, il portico del Foro si interrompe in corrispondenza dell’edificio noto come Tempio Italico, progettato intorno al 273 a.C. Il tempio è innalzato su un alto podio e vi si accede da una scalinata sul lato sud che è preceduta da un semplice altare rettangolare. L’edificio era circondato da un colonnato (6 colonne sulla fronte e 8 sui lati lunghi) sormontato da capitelli corinzi decorati con 4 grandi volute e da altrettante teste femminili. Le colonne sostenevano una trabeazione di ordine dorico. La parte interna dell’edificio, delimitata dalle colonne, conteneva la cella, divisa in tre ambienti, per questo si pensò alla consacrazione del tempio alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva).